sabato 5 maggio 2007

Vladimir Vysotskij, la canzone russa nonostante il regime

E' stato uno dei più grandi cantautori russi del secondo dopoguerra e, nonostante sia stato quasi ignorato dal regime sovietico, alcuni artisti europei, come l'italiano Guccini, hanno interpretato alcuni dei suoi testi. Si sta parlando di Vladimir Vysotskij, nato nel 1938 a Mosca durante il periodo delle grandi purghe staliniane. Finito il liceo segue la sua passione ed entra nella scuola d'arte drammatica, dove inizia ad affinare la sua voce. Pizzicando la sua chitarra a sette corde, Vysotskij inizia a cantare canti di prigione e di malavita. Nel 1961 scrive la sua prima canzone intitolata Il tatuaggio. Già in queste prime fasi, quasi per gioco, un suo amico registra le sue canzoni e gradualmente inizia il gioco della diffusione porta a porta che contraddistinguerà tutta la sua vita. Le sue canzoni cominciano a circolare anche se il suo nome è ancora sconosciuto. Già nel 1963 a Vysotskij capita di sentire alcune sue canzoni manipolate e cambiate per le strade di Mosca. Nel 1965, dopo un'inizio incerto, diventa uno degli attori principali del teatro Taganka, dove svolgerà ruoli memorabili. Esce il suo primo disco, colonna sonora del film Verticale. Ma purtroppo in quegli anni il governo sovietico cerca di neutralizzare tutti gli intellettuali "fastidiosi", e quindi cercano di boicottare anche Vysotskij. Gli verrà negato ogni riconoscimento, cosa che logorerà progressivamente la sua tenuta nervosa. Nonostante nel 1975 riesca ad ottenere un visto per la Francia ed esca cosi dall'Unione Sovietica, la sua salute non migliora. L'uso di alcool e morfina lo deteriorano progressivamente fino all'arresto cardiaco del 1980. I funerali furono una spontanea manifestazione di massa, con un corteo lungo 9 chilometri. Da allora la tomba di Volodja è meta di continui pellegrinaggi e su di essa ci sono sempre fiori freschi. Qui è possibile trovare alcuni cd con le sue canzoni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Molto interessante!